Console romano. Tribuno della plebe, nel 153 a.C. ottenne la pretura e fu
inviato in Spagna a sedare la ribellione dei Lusitani. Inizialmente sconfitto,
ingaggiò una seconda battaglia riuscendo a prevalere e celebrando a Roma
il suo primo trionfo. Eletto console nel 146 a.C., gli fu affidato il comando
delle legioni allora impegnate nella guerra contro la Lega Achea. Subentrando al
propretore Q. Cecilio Metello, che già aveva riconquistato la Macedonia e
combattuto alcune battaglie con esito positivo,
M. vinse lo scontro
definitivo contro la Lega, comandata da Dieo, a Leucopetra, ed entrò in
Corinto. Obbedendo a un decreto del Senato, occupò la città e la
saccheggiò, rendendo schiava la popolazione e portando a Roma tesori
d'arte di grandissimo valore (146 a.C.). Con una commissione di dieci membri
designati dal Senato si fermò in Grecia per tutto il 145 a.C., allo scopo
di riorganizzare il Paese e punire le città ribelli. Rientrato a Roma
celebrò il trionfo sugli Achei, per il quale fu insignito del soprannome
Acaico. La carica di censore, esercitata nel 142 a.C. insieme a Scipione
l'Emiliano, concluse il suo
cursus honorum. Cicerone lo ricorda e lo
elogia per l'arte oratoria da lui interpretata con arcaica semplicità (II
sec. a.C.).